Otto mani per un blog

Non scuola la diresti, ma sala di tortura: non vi si sente altro che lo schiocco delle sferze, lo strepito delle verghe, gemiti, singhiozzi e atroci minacce. Cos'altro possono impararvi i bambini, se non a odiare la cultura? Una volta che quest'odio ha messo radice nei teneri animi, anche da grandi detestano lo studio.

24/10/08

concorso scolastico

Ebbene, come avrete intuito dal titolo, oggi si è svolto il concorso di coro del mio liceo!

Indovinate un po’chi ha vinto? Esattamente, proprio noi, la “ni-nen hachi-kumi”!!
Per l’occasione, posto il video della nostra esecuzione che, lungi dall’essere perfetta, abbiamo cantato davvero col cuore, come vi racconterò.
(NB per chi volesse avventurarsi nel guardare il video: il primo minuto e mezzo circa è di introduzione, e si vede la ragazza che dirige il coro mostrare dei fogli: non lo levo perché anche quello ha significato, ma se volete sentire solo la canzone saltatelo!)

La canzone è Tegami - Haikei juugo no kimi he (lettera a te, caro amico di 15 anni), cantata da Angela Aki (手紙~拝啓十五の君へ・アンジェラアキ):





La canzone ha avuto un gran successo sia su di noi, che (beh io no, ma…) ci siamo commossi ancor prima che ci assegnassero il primo premio, che sugli altri, come si evince dai commenti che si sentono alla fine del video (che sono positivi, anche se alcuni non lo capiranno :P).

All’inizio del video, in quel minuto e mezzo di attesa prima che inizi la canzone, si hanno, nell’ordine: il discorso d’introduzione di rito dal nostro speaker (il mitico Masahiro, testimone di Geova in terra nipponica: insomma, un personaggio!), inchino e applausi (che non necessitano spieghe, penso) e poi degli attimi di attesa, in cui il “direttore di coro” (che in effetti non è direttore di coro, in quanto è una mia compagna di classe, Akie-chan: ogni classe è totalmente autosufficiente nell’esecuzione) ha mostrato dei fogli, che ora vi pubblico con traduzione (casareccia, quindi probabilmente avrete versioni migliori della mia: mandatemele kudasai!) annessa.

(1) ora guardate qui!

(1) in un momento come questo, guardate qui!

“Sonna toki kore wo mirou” - che, a grandi linee, dovrebbe voler dire “In un momento come questo guardate qui”.

La prossima:

(2) il nostro ultimo concorso di coro

(2) il nostro ultimo concorso di coro

“Saigo no gasshou konkuuru”, cioè “Il nostro ultimo concorso di coro”, il che è interessante per due motivi: il primo è che indica quanto i giapponesi tengano al coro scolastico, che è sentito davvero moltissimo dalle elementari al liceo, e nel quale si fondono sia la valorizzazione della collettività come corpo unico finalizzato agli stessi obiettivi - tema assai caro ai giapponesi - sia lo spirito di classe in cooperazione con lo spirito scolastico - in quanto, più che una gara, vista la sportività dei giapponesi diventa quasi un karaoke: altro che musi lunghi!, anche chi ha perso sorrideva e ci ha inondato di complimenti, oltre a fare un “banzaaaai” in nostro onore; il secondo è - e questo mostra quanto fossero emozionati! - che il secondo kanji di “gasshou” è sbagliato! Quando dopo il coro gliel’ho fatto notare… hanno detto: “Ih ih, hai ragione! Però nessun altro se n’è accorto, vero? Dunque tutto a posto!” xD. Insomma, anche i giapponesi, nel loro piccolo, sbagliano gli ideogrammi (in effetti, perché dovrebbero sbagliarli gli italiani, che in genere non li usano?).

La prossima è:

(3) con un'unica anima

(3) con un'unica anima

“Kokoro wo hitotsu ni”, ovvero “Con un’unica anima”: che vi dicevo della valorizzazione della colletività come corpo unico? :P

Ne mancano altre tre:

(4) e comunque, divertiamoci!

(4) e comunque, divertiamoci!

“E comunque, divertiamoci!”

Si avvicina il gran finale…

(5) siete nervosi?

(5) siete nervosi?

“Kinchou shiteru?”, ovvero “Siete nervosi?”. Domanda banale, è evidente di sì!

Ecco il gran finale!

a sinistra, il professore di inglese, nonché mio caretaker, a destra quello di storia del mondo

(6) a sinistra, il professore d'inglese, nonché mio caretaker, a destra quello di storia del mondo

“BIG SMILE”: ora, per capire questa battuta dovreste conoscere lo stereotipo del professore giapponese medio, che questi due soggetti incarnano alla perfezione. Per capirci, gente del tipo “un sorriso ferirebbe il suo rigido volto”: ecco, questa foto, che li ritrae così impietosamente allegri (per la verità, il prof di storia non troppo! “_”), contornata da disegnini tipo “cartone animato”, è praticamente una prova schiacciante del fatto che siano anch’essi capaci di (sor)ridere!

Dunque, ecco spiegato perché tutti ridevamo all’inizio!

Per oggi è tutto, domani vorrei parlarvi di come ci siamo esercitati (perché, se è vero che in Giappone è tutto strano… allora forse anche le esercitazioni qualcosa di particolare ce l’avranno!).

Oyasumi!

22/10/08


Oggi è tardissimo… dunque: un post semplice, sul telegiornale giapponese, con un indovinello, al quale mi farebbe piacere ricevere la vostra collaborazione (certo, non suona bene come una arzigogolata frase del tipo “gokyouryoku itadakitai to omoimasu”, ma… questo è quanto!).

Cosa rappresenta, secondo voi, questa schermata?

a cosa si riferiscono queste immagini?

e quest'altra?


a cosa si riferiscono queste immagini?

Rispondete numerosi!
E a chi capisce i kanji… beh dai, se sapete anche leggere non vale! E se avete già sentito parlare in proposito… non vale ugualmente!

16/10/08

insetti 2

In attesa di riordinare le 1856 (numero REALE) fotografie scatttate dalle 4 macchinette fotografiche della mia famiglia, e postare qualcosa sul mio viaggio, un post “naturalistico”.

Non ricordo di aver mai visto una mantide religiosa in Italia… probabilmente sì, ne avrò vista qualcuna (anche se considerata la mia attitudine alla vita all’aria aperta ho ragione di dubitarne), ma in Giappone ce ne sono a volontà. Eccone una che questa sera era sulla finestra di camera mia:

mantide religiosa

mantide religiosa

Direte voi: e chissene. In effetti, non so perché mi sia venuto da postare la mantide religiosa, probabilmente in Italia l’avrei schiacciata con un asciugamano… ma si sa, in Giappone l’armonia con la natura ha effetti mistici, dunque sono vittima delle circostanze!
xD
Oyasumi!
Marco

14/10/08

questione di gusti

a tutti, un motivo idiota (ma non troppo!) per amare il Giappone:

74.12 Mbps sono quasi 10 MBps!!!!!!!!!!!!!!

74.12 Mbps sono quasi 10 MBps!!!!!!!!!!!!!!

Internet non è semplicemente veloce… è incredibilmente veloce. Con 10 MBps potrei scaricare un film in… un minuto. Se solo fosse legale…!

fragili

Haiku:

“ti senti forte,
ma sei così fragile…:
come un fiore”

un fiore

auguri di buona guarigione a tutti i malati.

12/10/08

brevi appunti di viaggio: i bambini giapponesi

Per chi non avesse quest’oggi avuto un’improvvisa rivelazione divina sul mio stato attuale: sono andato, insieme alla mia host family, a trovare parte della famiglia, in occasione di una festività nazionale che ancora non mi è ben nota, ma che capirò presumibilmente con il suo arrivo, lunedì. Comunque, sono a due passi da Kawasaki, in uno splendido esempio di edilizia condominiale giapponese: 20 piani di condominio, con parcheggio multipiano automatico accluso, e balconate tutto intorno agli appartamenti per accentuare le vertigini. :P Inutile dire che mi piace moltissimo!

(breaking news: è tornato il marito dal lavoro. Sono le 10 di sera.)

Tutto questo, solo per raccontarvi di un gesto che ho notato.
In Giappone, quando un bambino fa qualcosa di sbagliato, gli adulti sono autorizzati a dargli uno scappellotto in testa, per dire: “Oeee, che sta’ a fa’?”. Il fratello maggiore (7 anni) da uno scappellotto in testa al fratello minore (3 anni), sotto gli occhi del nonno: il nonno gli dice: “Non sei mica adulto tu, non puoi.”. Il fratellone, allora, si mette in ginocchio e dice al fratellino “Dammi 3 scappellotti in testa, così imparo che non si deve fare”; e riceve ciò che gli spetta.

Insomma, c’è bisogno di commentare?

Oyasumi a tutti!
Marco

09/10/08

Maratona (強歩)

Sì, avevo già intuito dal campo-scuola che nello spirito giapponese è insito qualcosa di masochistico, ma le sue alte vette mi erano ancora inesplorate. Ebbene, quest’oggi posso dire di aver visto qualcosa di più: la maratona/camminatona scolastica (che, in giapponese, si chiama “強歩”, ovvero “camminata forte”). Essa consiste in 30 (TRENTA) kilometri da coprire entro un tempo predefinito, piuttosto generoso, di 6 ore: camminando tutto il tempo, non si arriva in orario ai 5 check-points, e si viene eliminati dalla corsa, con obbligo di “歩きなおす”, ovvero di percorrere il tracciato un’altra volta.

Chi conosce la mia attitudine media verso lo sport, si starà chiedendo come sia capitato io in quella macchina infernale, e la risposta è semplice: sono stato obbligato! O meglio, non obbligato formalmente, ma obbligato “alla giapponese”. Ovvero, il mio professore di riferimento mi ha detto, prima della gara: <bla bla (ndr: la frequenza di itadakereba to omoimasu - mi auguro che - era eccessiva per tentare di capire il tema del discorso, quindi mi sono messo in stand-by per i 5 minuti di motivi. Magari ce n’era qualcuno interessante, chissà! xD) e dunque, se non te la senti, potresti anche evitare la partecipazione, ma ricorda che ormai sei uno studente del “Liceo Fuetsu” e che come tale dovresti correre anche tu.>> Insomma, alla fine non avevo scelta, sono stato incastrato! In effetti, pensavo che sarebbe stato qualcosa come 15 kilometri, come suggeriva mia madre, quindi non ho tentato di forzare la mano e di tirarmi fuori… ma quando l’altoieri è arrivata la mappa, per poco non mi prendeva un infarto! Ve la metto:

la mappa del percorso

la mappa del percorso

OK, 30 kilometri non sono una distanza così siderale (in effetti, la maratona dell’anno scorso era 35 kilometri, ma era in un percorso meno “a saliscendi”), ma a tutto ciò bisogna aggiungere che: 1) vanno fatti di corsa e 2) il percorso è quanto di più lontano dalla pianura ci sia dopo la ferrata Tridentina.

E, sui saliscendi, vi darò una perla che ho maturato durante il percorso: in salita, correre è faticoso, perché si è in salita; in discesa, correre non è certo faticoso come in salita, ma i piedi sbattono violentemente, e poi non è comunque pianura; in pianura (che in quel percorso maledetto si vede col binocolo, nel vero senso della frase): beh, è pianura, sì, ma correre è faticoso. xD

Comunque, ho trovato diverse “cose che odio di più” di questa maratona, tutte a pari merito, tra cui meritano menzione:
1) i professori, che passano in macchina (due in una macchina) lungo il percorso in continuazione, per controllare che tutti stiano correndo (non ci si può fermare), e nel frattempo quello che non guida parla col megafono, dicendo “Tieni duro!” oppure - al colmo dell’ipocrisia, visto che stanno IN MACCHINA - “Teniamo duro tutti insieme!”
2) gli organizzatori della maratona, che hanno messo il check-point 2 (vedi cartina) in mezzo alla foresta, in punto che bisogna raggiungere e poi tornare indietro per la stessa strada, e dopo una salita di 250 metri di dislivello (!!) che si trasforma poi in una discesa spacca gambe per la ripidezza. Il check-point 2 - nella foresta di Takamori - è stato il colpo di grazia al mio spirito sportivo ed allegro, che fino ad allora aveva retto in maniera decente.
3) il modo in cui i giapponesi costruiscono le strade: è mai possibile che la strada più breve tra A e B sia un delirio di curve, salite lunghissime (e discese brevissime xD), viadotti in curva e roba del genere? Vivono nel terzo millennio (al contrario di noi italiani, bloccati nel secondo), ma non hanno ancora capito che le strade si costruiscono DRITTE, per quanto possibile.
4) gli inossidabili sorrisi dei checkpointisti, che, quando ti versano da bere (in effetti, sono un ingrato) ti dicono: “Che fatica eh? Mi raccomando, continua a correre!” io ad un certo punto stavo per rispondere “Sì, perché non corri un po’anche tu?” xD
5) Gli agricoltori giapponesi, che usano quantità di pesticidi (il percorso era metà nella foresta e metà tra dei meleti) indescrivibili, i quali, se respirati, oltre a puzzare di detergente per bagno ai fiori di pesco troppo concentrati, hanno probabilmente effetti nefasti sulla salute. (effettivamente, non ho visto nemmeno una mela bacata. Inquietante.)
Vabbè dai, finiamola qua con i punti negativi altrimenti mi date del disfattista! xD

In compenso, ho anche un punto positivo: la generosità degli studenti giapponesi. Durante tutto il percorso, oltre ad un profluvio di simpatici - ma, questa è la dura verità, inutili - “Tieni duro”, persone che io non conoscevo minimamente mi hanno offerto caramelle, cioccolatini, biscotti, tsukemono, acqua, tè, Pocari Sweat (no, non è sudore ma la “gatorade” dei giapponesi) e salviettine rinfrescanti - che io ho ovviamente fatto finta di provare a rifiutare - il tutto corredato da presentazioni e discorsi più o meno simpatici sull’Italia, che mi hanno aiutato a passare il tempo.

Comunque, ecco una foto fatta poco dopo metà percorso:

un bel colpo all'autostima, questa foto!! xD

Notare… beh insomma mi sa che non c’è bisogno che vi dica io cosa notare. In effetti, per pietà di me, non mi sono fatto fare una foto alla fine, ma il risultato è immaginabile! xD

Per rendere onore a questa maratona, comunque devo ammettere che qualche posticino simpatico c’era: strade giapponesi (non so perché, ma le strade giapponesi hanno un che di pulito, ordinato, di armonico) in mezzo ai boschi, santuari tra i meleti, donne giapponesi che raccolgono il riso con i loro fazzolettoni… insomma, alla fine qualche soddisfazione l’ho avuta, ma a che prezzo!

è ormai autunno

è ormai autunno

Bene, ora ho imparato la lezione: la prossima volta, a cominciare da due mesi prima della maratona, allenamento quotidiano!
OK, sì, mi avete sgamato… la prossima volta, niente maratona!! LOL
Dopo quest’istantanea dell’agognato pezzo di carta dove erano registrati i check-points e dove è impresso anche il mio numero di arrivo (305° su 860, moooolto meglio di quanto non mi aspettassi!).

eccolo! notare che è ciancicato e sbiadito dal sudore che filtrava attraverso la tasca...

eccolo! notare che è ciancicato e sbiadito dal sudore che filtrava attraverso la tasca... le mani che lo reggono non sono le mie, come i più arguti sospetteranno!

Ora, è assolutamente necessario che io riposi… e, da domani a lunedì, sono in viaggio, dunque scusatemi se non risponderò ai commenti né aggiornerò il blog!
Alla prossima,
Marco